Se stai cercando una pianta antinfiammatoria e analgesica che ti aiuti a calmare il dolore, ricordati del salice (Salix alba), poiché è una delle piante più efficaci per alleviare qualsiasi tipo di dolore, oltre ad essere un buon antinfiammatorio in grado di lenire malattie degenerative come l’artrosi.
Circa il 20% delle persone che richiedono una visita medica lo fanno perché sentono dolore. È per questo motivo che piante come il salice, che aiuta a calmare il dolore in modo naturale, sono sempre più apprezzate.
Una corteccia analgesica
Una delle alternative naturali più efficaci per calmare il dolore è la corteccia del salice, che contiene derivati salicilici (1,5-11%) come la salicina, il salicoside, la salicortina, la tremulacina e i salireposidi, sostanze in grado di agire sull’insieme di reazioni che trasformano l’acido arachidonico in prostaglandine infiammatorie che provocano dolore e infiammazione. In questo senso, i derivati salicilici svolgono una funzione doppia, quella di ridurre l’infiammazione e per tanto calmare il dolore.
Perché siano efficaci, i composti presenti nella corteccia del salice devono essere attivati, cosa che avviene nel nostro apparato digerente. Infatti, il pH alcalino e l’azione degli enzimi presenti nel nostro intestino li trasformano in saligenina (alcool salicilico), che viene assorbito e trasportato fino al fegato, dove diventa acido salicilico, una sostanza che, adesso sì, ha un effetto terapeutico e ci aiuta a calmare il dolore, a ridurre l’infiammazione e perfino a far scendere la febbre.
La Commissione E del Ministero della Salute in Germania ha riconosciuto il salice come un valido aiuto contro stati febbrili, dolori reumatici e cefalee.
Esistono numerosi studi sul salice, e le principali ricerche cliniche realizzate con estratti della corteccia di questo albero mostrano che si tratta di un ottimo aiuto per calmare dolori di natura infiammatoria come lombalgie, mal di testa, dolori articolari e malessere generalizzato provocato da infezioni virali come influenza e raffreddore.
Tutte queste proprietà non si devono solo ai derivati salicilati, ma anche all’effetto complementare e sinergico di altri composti come gli antocianidoli e i flavonoidi, che permettono al salice di dare migliori risultati rispetto al solo acido salicilico e anche rispetto ad alcuni farmaci analgesici.
Altre proprietà del salice
Nonostante i suoi secoli di storia, il salice continua a suscitare l’interesse dei ricercatori. Una delle scoperte più recenti è che potrebbe migliorare il rendimento sportivo. Quando si pratica uno sport che esige un considerevole sforzo fisico è possibile sperimentare dei fastidi o dei dolori; il salice, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, potrebbe essere un ottimo alleato per migliorare il rendimento sportivo, sia durante che dopo, calmando crampi e dolori muscolari.
Oltre a queste proprietà di recente scoperta, bisogna ricordare che la saggezza popolare ha individuato nel salice un potente alleato per:
- Ridurre le infiammazioni in caso di artrite e artrosi lieve, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie.
- Alleviare il dolore provocato da colpi e contusioni, oltre a quello provocato dai crampi dopo un’intensa attività fisica.
- Calmare i dolori di qualsiasi natura, provocati da raffreddore, influenza, reumatismi, artrosi… particolarmente per i dolori alla schiena: contratture, lombalgie, torcicollo…
- Mitigare gli stati febbrili.
- Alleviare mal di testa, mal d’orecchie, dolori mestruali, addominali e perfino il mal di denti.
- Evitare trombi grazie alle sue proprietà anticoagulanti.
È l’azione sinergica di salicosidi e altri principi attivi del salice a rendere questa pianta uno dei rimedi naturali più efficaci per lenire il dolore, le infiammazioni e la febbre.
I suoi principi attivi
Le parti più ricche di principi attivi sono la corteccia e, soprattutto, i rami più teneri. Contengono eterosidi di fenoli semplici, soprattutto salicosidi ed esteri di salicina (salicortina), tannini e flavonoidi. Il principio attivo più importante è la salicina, un fenolo semplice.
Che aspetto ha?
Il salice, conosciuto anche come salice bianco, salcio, saucia, salgo o saxo, è un albero di dimensioni modeste che di solito si trova sulle sponde di fiumi e ruscelli nelle zone temperate di Europa, Nord Africa, Asia occidentale e Nord America. Le sue foglie sono allungate e di un verde argentato, e i suoi fiori hanno la forma di una cupola.
Migliaia di anni di storia
Il primo a consigliare il salice come rimedio contro il dolore è stato Ippocrate nel V secolo a.C., seguito da Egizi ed Assiri che lo utilizzavano con lo stesso obiettivo. Nel I secolo d.C. il famoso medico Discoride lo utilizzava per trattare gotta e malattie infiammatorie, mentre nel Medio Evo Andrés Laguna de Segovia, nel suo libro Pedacio Dioscorides Anazarbeo (1555) lo raccomandava per trattare il dolore, la gotta, la forfora e perfino i problemi alla vista.
L’uso del salice non è esclusivo dell’Europa, anzi: nel continente americano diverse tribù di nativi conoscevano le proprietà del salice, che usavano per alleviare dolori e processi infiammatori.
Ma il momento storico in cui il salice ha goduto di maggiore prestigio risale al 1828, quando Henry Leroux e Rafael Piria riescono ad isolare e a purificare l’acido salicilico. Quando i medici dell’epoca divennero consapevoli delle sue incredibili virtù cominciarono ad ingegnarsi per fabbricarlo in laboratorio; fu il chimico francese Charles Frederic a fabbricare artificialmente l’acido acetil-salicilico, l’antenato della famosissima aspirina.
Molto utile se nelle giuste quantità
Per poter trarre beneficio dalle proprietà antinfiammatorie e analgesiche del salice conviene ricorrere a un preparato fitoterapeutico che contenga una quantità controllata di principi attivi. L’ideale sarebbe ricorrere a un estratto secco titolato al 30% in salicina (Focus) da prendere dopo i pasti.
Qualche precauzione…
Il salice non è raccomandabile nel caso si soffra di ipersensibilità ai salicilati, di ulcera peptica o gastrite, se si sta seguendo una terapia di anticoagulanti o se si soffre di disturbi gastrointestinali, poiché i suoi tannini possono intensificarli. Da evitare anche in gravidanza e durante l’allattamento.
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