La vitamina D3, insieme alla vitamina D2, sono le principali forme di vitamina D presenti in natura.
Possono essere assunte entrambe con la dieta e, nel caso della vitamina D3, può essere prodotta dall’esposizione della pelle al sole per una reazione chiamata fotosintesi endogena.
Le raccomandazioni dietetiche per la vitamina D non tengono in considerazione l’esposizione solare per via della grande variabilità che questo fattore porta con sé.
Un’esposizione di circa 10–15 minuti di sole, al giorno, al volto e alle braccia durante i mesi estivi è generalmente sufficiente per assicurare una sufficiente produzione di vitamina D.
Ciononostante, alle nostre latitudini, soprattutto nel periodo autunnale e invernale, gran parte della popolazione, e soprattutto la popolazione anziana a maggiore rischio di fratture, presenta valori insufficienti di vitamina D.
La vitamina D3 gestisce il posizionamento del calcio nelle ossa
Il ruolo della vitamina D3 è spesso oggetto di analisi e discussione per le continue ricerche e novità che avvalorano l’importanza di questa vitamina.
Una delle funzioni principali della vitamina D3 resta il corretto assorbimento ed il corretto utilizzo del calcio e del fosforo. Infatti, grazie alla vitamina D3, il calcio viene efficacemente assorbito a livello dell’intestino e riassorbito a livello del rene, poi trasferito alle ossa per favorire la mineralizzazione e mantenere il tessuto scheletrico in ottime condizioni.
Questa fondamentale funzione è molto evidente nei dati statistici delle fratture di femore: l’80% delle persone che hanno subito frattura del femore presentano bassi livelli di vitamina D e diversi studi hanno evidenziato come una supplementazione di vitamina D3 abbia ridotto le fratture di femore del 30% nella popolazione anziana. Valori troppo bassi di vitamina D rischiano di compromettere la mineralizzazione ossea, contribuendo alla fragilità ossea ed al dolore.
La funzione della vitamina D3 è fondamentale in quanto è responsabile di portare il calcio alle ossa, ai denti, alle unghie ed ai capelli, evitando il problema del calcio circolante nei vasi sanguigni, dove rischia di solidificarsi ed aggregarsi alle placche, aumentando i rischio cardiovascolare.
Vitamina D3 e osteoporosi
Nel corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebra o polso, in maggioranza dopo i 65 anni. Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. L’osteoporosi è una condizione lenta e silenziosa. Nella donna la menopausa accelera questo fenomeno di indebolimento delle ossa.
Per questo livelli ottimali e costanti di vitamina D3 sono consigliati soprattutto nelle donne che raggiungono questo traguardo nella vita.
Pensare di rinforzare le ossa assumendo solo calcio non è assolutamente credibile, la corretta mineralizzazione e il fissaggio del calcio nelle ossa, e ancora prima l’efficace assorbimento a livello dell’intestino, è compito della vitamina D3.
Il rinforzo del sistema immunitario
Oggi, oltre all’azione classica della vitamina D, sono state stabilite numerose attività non classiche, una di queste è la sua influenza sul sistema immunitario. La vitamina D può infatti modulare la difesa dell’ospite contro agenti patogeni e antigeni estranei.
Questo è possibile in quanto i recettori della vitamina D sono presenti nella maggior parte delle cellule immunitarie.
Altre funzioni importanti di questa vitamina riguardano il mantenimento del tono muscolare e, in alcuni casi un aumento della performance muscolare.
Gli alimenti ricchi di vitamina D
Purtroppo non sono tanti i cibi ricchi di vitamina D. Tra le principali fonti alimentari troviamo salmone selvatico, acciughe, tonno e funghi shitake secchi. L’olio di fegato di merluzzo è altrettanto ricco di vitamina D ma non è abitualmente consumato come alimento.
Perché è meglio l’integrazione della Vitamina D3?
La vitamina D è liposolubile, quindi si scioglie nei grassi. Questa caratteristica la rende immagazzinabile dal nostro organismo, per cui in caso di erroneo sovradosaggio si può incorrere nel rischio di intossicazione.
I sintomi e i disturbi derivanti da un apporto eccessivo di vitamina D possono essere generici e comprendere: nausea, diarrea e debolezza, oppure imputabili a disregolazione del calcio e quindi: ipercalcemia, alterazioni renali e calcificazione dei tessuti molli.
La somministrazione della vitamina D3, forma già attiva, è da preferire in quanto permette di adempiere alle funzioni già a quantità modeste, evitando alte dosi. Inoltre, l’attivazione della vitamina D in Vitamina D3, avviene nel fegato, perciò eventuali problemi epatici o concomitanza di assunzione di farmaci, potrebbe complicare l’assorbimento.
Per tutti questi motivi è preferibile l’integrazione della vitamina D3
Quando è consigliato assumerla?
Mantenere livelli sufficienti di vitamina D3 è premura di tutti, a qualsiasi età, ma ci sono alcune condizioni e momenti della vita in cui è importante integrarla:
- Durante il periodo autunnale e invernale, quando diminuisce l’esposizione solare.
- Dopo i 50 anni di età
- Nella menopausa
- Dopo fratture ossee di qualsiasi tipo
- Per le persone sedentarie, perché l’attività fisica è uno dei fattori principali che determinano la salute e la forza delle ossa. Per contro essere sedentari o praticare poco sport, diventa un fattore di rischio per l’osteoporosi.
- Per gli sportivi
- In gravidanza o Allattamento
- Per le persone che non assumono o assumono poca vitamina D3 dall’alimentazione (salmone, sardine, tonno, tuorlo d’uovo, funghi shiitake secchi)
- Per rinforzare le difese immunitarie
- Nell’utilizzo di farmaci per il controllo del colesterolo, perché nell’esplicare la loro funzione riducono la via di sintesi della vitamina D e del coenzima Q10
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